Attenti alla svapo, potrebbe causare la carie!

La svapo è una particolare sigaretta elettronica, molto in uso soprattutto tra gli adolescenti. Il dispositivo, grande poco meno di un pacchetto di sigarette, è dotato di un piccolo serbatoio e di una resistenza elettrica interna che vaporizza liquidi aromatizzati contenenti anche nicotina. All'apparenza, la svapo sembra del tutto innocua, in realtà potrebbe esporre gli utilizzatori assidui a più rischi di quanto si immagini. E non solo per la dipendenza dalla nicotina. Un recente studio, infatti, pubblicato sul Journal of the American Dental Association, ha sollevato alcuni dubbi anche in merito agli effetti che potrebbe avere sui denti.

Per gli "svapatori", infatti, il rischio di sviluppare la carie sembrerebbe più elevato. Il dato è emerso dall'analisi di 13mila pazienti adulti, di cui 136 dichiaravano di fare uso abituale della sigaretta elettronica. Tra i soggetti considerati ad alto rischio carie per diversi altri fattori, gli utilizzatori di svapo sono risultati più vulnerabili alla carie.

Già nel 2020, una ricerca analoga aveva dimostrato che l'uso della sigaretta elettronica tradizionale altera il microbioma orale, cioè quell'insieme di microrganismi che popolano la nostra bocca e che in condizioni ottimali convivono per mantenere in salute denti e gengive. L'alterazione di questo microsistema è alla base di molte patologie della bocca che gli svapatori potrebbero mettere a rischio anche per un'altra ragione.

I ricercatori guidati della dottoressa Karina Irusa della Scuola Universitaria di Odontoiatria di Tufts, hanno analizzato il contenuto dei serbatoi delle svapo che contengono dolcificanti e aromi artificiali. Sostanze che finiscono per depositarsi sui denti attraverso l'aerosol prodotto dal dispositivo. Questa sorta di pellicola zuccherina e appiccicosa, secondo i ricercatori, alimenterebbe i batteri responsabili della carie, facendo così aumentare le probabilità di sviluppare la malattia.

Questo dato sembra essere suffragato da un altro elemento messo in evidenza dagli studiosi: la sede dove si svilupperebbe maggiormente la carie. Negli svapatori, infatti, i siti più frequentemente cariati corrispondono alla punta dei denti anteriori superiori, proprio la zona più facile da pulire e dove solitamente non si riscontra la carie. Un'ulteriore prova, dunque, che l'ipotesi di studio dei ricercatori è fondata, sebbene la ricerca sia da considerare preliminare e propedeutica ad altri studi che dovranno essere condotti.

In ogni caso, anche solo per i danni che comporta l'assunzione della nicotina e a livello precauzionale per le altre problematiche che questa ricerca ha messo in luce, sarebbe meglio stare alla larga dal fumo, dalla sigaretta elettronica e dalla svapo. E se proprio non se ne può fare a meno, allora il consiglio è quello di curare in modo ancor più attento l'igiene orale quotidiana, utilizzando il dentifricio al fluoro e il colluttorio, sottoponendosi a controlli odontoiatrici ancor più frequenti.

Parodontite, allo studio un gel da usare a casa

Per contrastare la parodontite, grave malattia infiammatoria delle gengive che oggi colpisce all'incirca il 50% degli adulti a partire dai 30 anni, nel prossimo futuro si potrà contare su un particolare gel per uso topico. Il nuovo farmaco è ancora allo studio, ma i ricercatori del NYU College of Dentistry sono ottimisti, perché positivi sono i risultati già ottenuti e pubblicati sulla rivista Cell Reports.

Dopo la sperimentazione sui topi e sulle cellule umane, il gel potrà essere sperimentato sull'uomo tra circa 2 anni, con l'obiettivo di mettere a punto un medicamento in grado di ridurre l'infiammazione delle gengive, contrastare l'alterazione del microbioma orale e prevenire la perdita ossea, cioè, in una parola, dichiarare guerra alla parodontite.

Perché è così pericolosa la parodontite

Perché, se non curata adeguatamente, può portare alla perdita dei denti. E il gel allo studio presso la New York University potrebbe rappresentare un'importante novità, "perché nessun trattamento attuale per i disturbi gengivali", ricorda Yuqi Guo, il primo autore della ricerca, "riduce contemporaneamente l'infiammazione, limita l'alterazione del microbioma orale e previene la perdita ossea. C'è un bisogno urgente di salute pubblica di trattamenti più mirati ed efficaci per questa malattia così diffusa".

Il ruolo della "succinina" nella parodontite

Al centro dello studio, che potrebbe dare un grande contributo alla cura della parodontite, c'è una molecola chiamata "succinina" che già ricerche passate avevano messo in relazione con le malattie gengivali. E gli stessi ricercatori del College of Dentistry della New York University , già nel 2017 avevano scoperto che livelli elevati di succinato stimolano la perdita ossea: di qui l'interesse per approfondire la ricerca sul ruolo giocato da questa molecola sulla salute orale. 

Cos'ha dimostrato lo studio                         

La ricerca ha confermato quanto già osservato nell'uomo e nei topi e cioè il ruolo del succinato nella malattia che colpisce le gengive. Questa correlazione è stata dimostrata sui topi, mettendo fuori uso il gene per il recettore del succinato. In pratica, nei animali con il gene messo fuori uso, i ricercatori hanno riscontrato livelli più bassi di infiammazione, un miglior microbioma e una minor incidenza di perdita ossea, dunque una maggior resistenza alla malattia parodontale.

I prossimi passi

Dopo la sperimentazione in vitro e quella sugli animali, i ricercatori ora dovranno mettere a punto una formulazione per l'uomo, affinché il test possa essere sperimentato sulle persone affette da parodontite. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma lo studio promette bene, anche perché va nella stessa direzione della cosiddetta "terapia di modulazione dell'ospite", cioè quell'approccio terapeutico che mira a irrobustire le difese immunitarie per contrastare le malattie. Un metodo particolarmente efficace per le patologie multifattoriali, com'è la parodontite. 

Cosa fare nell'immediato

Gli esperti non hanno dubbio su come contrastare oggi la parodontite. In attesa che si trovino armi più efficaci per combattere questa grave malattia delle gengive, attualmente la miglior cura resta la prevenzione che si attua sottoponendosi con la giusta frequenza alle visite di controllo dall'odontoiatra, ma anche adottando una corretta igiene orale quotidiana e uno stile di vita sano ed equilibrato.

Celiachia, le tracce anche nella bocca

La celiachia colpisce una persona su 100, ma non sempre per i pazienti è facile avere una diagnosi di questa patologia causata dall’intolleranza al glutine. Tra i segni che dovrebbero insospettire e spingere il medico a compiere analisi più approfondite ce ne sono alcuni che compaiono in bocca, come per esempio le macchie sui denti o le afte ricorrenti.

L’infiammazione sistemica causata dall’intolleranza al glutine, infatti, che può colpire qualsiasi organo ed avere differenti livelli di gravità, non sempre provoca soltanto sintomi gastrointestinali di malassorbimento, i più tipici e frequenti. Sovente si manifesta anche con un’infiammazione di tipo autoimmune delle mucose, anche della bocca.

Perché la celiachia colpisce i denti

Perché i processi infiammatori alterano i processi di produzione dei cristalli che compongono lo smalto dei denti, provocando macchie di colore biancastro che vanno a rovinare il sorriso. Si tratta di fenomeni che interessano un range piuttosto elevato di pazienti, dal 10% al 90%, più frequentemente i bambini, perché spesso la celiachia insorse allo spuntare dei primi denti permanenti.

Le afte, invece, l’altro segno di questa malattia ravvisabile in bocca, colpisce dal 16% al 41% dei celiachi e potrebbero dipendere dalla carenza di nutrienti a livello intestinale causata da una ridotta assunzione in particolare di ferro, folati e vitamina B12, ma anche da livelli infiammatori sistemici sopra la norma.

Cosa suggeriscono gli esperti

Per tutte queste ragioni, Giuseppe di Fabio, presidente dell’Associazione italiana Celiachia, suggerisce alle persone che lamentano stomatiti ricorrenti o danni allo smalto non causato da altre patologie già diagnosticate, di rivolgersi in prima battuta al proprio odontoiatra e poi, se necessario, al proprio medico per eventuali esami di approfondimento. Un altro esempio, dunque, di quanto sia importante prendersi cura della propria bocca non solo per ragioni estetiche, ma anche e soprattutto per mantenersi in salute e individuare tempestivamente i segni delle malattie che proprio in bocca hanno il loro esordio e che l’odontoiatra e l’igienista dentale possono aiutarci a scoprire.