La terapia ortodontica può essere più efficace se iniziata precocemente, senza aspettare lo sviluppo completo dei denti permanenti. Già a partire dai 4 anni di età, è possibile utilizzare l'apparecchio ortodontico per correggere difetti e guidare la crescita dell'apparato masticatorio del bambino, con benefici anche sulla respirazione e la deglutizione. Le abitudini viziate, come succhiare il dito o una deglutizione anomala, e la posizione errata della lingua sono spesso responsabili di una chiusura impropria dei denti. Tuttavia, i nuovi allineatori possono anche contribuire all'innalzamento della lingua durante la deglutizione.
Meglio prima che dopo
Secondo gli esperti, è consigliabile portare i bambini dall'ortodontista intorno ai 9 anni, ma le evidenze scientifiche indicano che l'età può essere notevolmente ridotta. Già a 3 o 4 anni, possono essere utilizzati apparecchi mobili progettati per i denti da latte, da indossare per circa 23 ore al giorno, per correggere il morso incrociato e morsi inversi. Questi dispositivi funzionali migliorano la masticazione, la deglutizione e la fonetica del bambino, poiché molte imperfezioni linguistiche sono causate dalla posizione errata della lingua. Inoltre, aiutano nella chiusura attiva delle labbra e favoriscono la respirazione nasale corretta, evitando problemi di placca e infezioni respiratorie.
Attenti però all'igiene
L'ortodonzia ha beneficiato di sviluppi tecnologici significativi, offrendo oggi molte opzioni, come allineatori trasparenti o mascherine, anche per i bambini. In particolare, un nuovo protocollo ortodontico combina allineatori trasparenti pediatrici con un dispositivo mio-funzionale che agisce sulla funzione muscolare alterata, influenzando sia la dentatura da latte che quella mista. Tuttavia, prima di qualsiasi trattamento ortodontico, l'esame delle gengive è fondamentale, poiché la cura delle fondamenta è prioritaria. Durante l'intero trattamento, poi, è importante mantenere un'igiene orale regolare, con visite in studio ogni 3 o 4 mesi, poiché l'apparecchio ortodontico aumenta il rischio di accumulo di placca che non è amica dei denti.
L'idea di realizzare un Codice etico per gli odontoiatri è venuta alla Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP), per rispondere a un'esigenza sempre più sentita dai cittadini. Disorientati dalle pubblicità sanitarie che mirano più ad attrarre i pazienti negli studi dentistici che non a promuovere la prevenzione e la cura delle malattie della bocca, i cittadini sentono sempre più il bisogno di punti fermi. Il Manifesto promosso dalla SidP contiene alcune raccomandazioni per gli odontoiatri, ma anche utili suggerimenti per i pazienti, affinché siano consapevoli del significato della cura e del suo valore che supera di gran lunga quello economico.
Attenti agli slogan e alle false promesse
Insegne pubblicitarie sulle strade e sui giornali, ma anche spot sui social media che invitano ad acquistare protesi dentarie a prezzi stracciati, come fossero beni di consumo. Ormai anche il settore dentale è finito nella trappola del commercio dove è difficile comprendere il valore, ma anche il senso di quel che si legge nei messaggi promozionali che, a rigor di legge, sono vietati, ma circolano comunque con qualche escamotage, confondendo il cittadino. La SIdp ricorda che le cure dentarie richiedono innanzitutto una diagnosi e dunque non possono essere proposte in modo standardizzato, né tanto meno essere pubblicizzate.
La diagnosi, l'unica certezza, meglio se precoce
Il dovere dell'odontoiatra è innanzitutto quello di intercettare precocemente le malattie di denti e gengive, non di proporre soluzioni preconfezionate. Per questa ragione la SIdP ricorda i dati allarmanti di una recente indagine condotta da KeyStone sulla salute orale degli italiani e in particolare sulla parodontite. Il 50% della popolazione dai 30 anni in su ha una qualche forma di parodontite, il 15% ha una forma grave con rischio concreto di perdita di uno o più denti, ma solo il 13% di italiani adulti afferma di aver ricevuto una diagnosi di parodontite. Gli odontoiatri potrebbero fare di più, lascia intendere la SIdP, ma anche i pazienti non dovrebbero accontentarsi. Perché è la diagnosi quel che più conta e che dovrebbe spingere i pazienti a rivolgersi all'odontoiatra, non i piani di cura standardizzati che, seppur apparentemente vantaggiosi dal punto di vista economico, di fatto non hanno alcun valore né significato dal punto di vista odontoiatrico.
Prevenzione, la parola d'ordine contenuta nel Codice Etico della SIdP
La gengivite può comparire dopo soli tre giorni di igiene orale trascurata - ricordano gli specialisti della SIdP - ma per fortuna, così com'è arrivata, può andarsene nell'arco di una settimana, se si torna ad avere una corretta igiene orale. D'altro canto, una gengivite trascurata potrebbe trasformarsi in parodontite. Ecco perché il paziente deve avere sempre ben presente quanto sia importante la prevenzione, tenendosi lontano dai fattori di rischio (zuccheri, fumo, alcol e vita sedentaria) e seguendo i consigli del proprio dentista di fiducia. Che andrebbe scelto non sull'onda emotiva di uno spot o di uno slogan, ma sulla base di quel che suggerisce il Codice etico della SIdP che mette al primo posto il paziente e l'informazione basata sull'efficacia e sull'evidenza scientifica.
La Molar Incisor Hypomineralization (MIH), cioè l’ipomineralizzazione dei molari e degli incisivi, è una condizione patologica che insorge in età pediatrica, anche se spesso la diagnosi arriva tardivamente, con gravi conseguenze per i denti che possono subire danni davvero importanti.
Per i genitori, il modo migliore per accorgersene è quello di osservare frequentemente i denti da latte del proprio bambino, ma anche quelli permanenti: se in alcune aree appaiono troppo bianchi o di un colore giallo-marrone, potrebbe trattarsi di MIH. In questo caso, è bene rivolgersi subito al proprio dentista che ha tutti gli strumenti per intervenire e curare l’anomalia: se trattata per tempo e nel modo giusto, infatti, l’ipomineralizzazione dei molari e degli incisivi non lascia alcun segno o quasi.
Cos’è e come si presenta l’MIH
La patologia colpisce lo smalto dentale dei denti molari e degli incisivi che appaiono di colore biancastro, giallognolo, marrone. Da cosa sia causata questa anomalia è in parte ancora sconosciuto. Quel che è certo è che il normale processo di formazione dello smalto viene interrotto, lasciando questi segni visibili, ma difficili da riconoscere, soprattutto nei denti da latte. Nelle forme già avanzate e più gravi, il bambino sviluppa anche una forte sensibilità, un fastidio che sfiora il dolore e che gli impedisce persino di lavarsi i denti.
Perché è bene intervenire subito
I denti affetti da ipomineralizzazione, con il tempo, se non trattati adeguatamente, possono subire danni gravi. Lo smalto, divenuto poroso a causa di questa anomalia, lascia filtrare i batteri che possono raggiungere e contaminare la polpa dentale, causando infiammazioni ed infezioni. La struttura esterna del dente, invece, indebolitasi, può più facilmente subire gli attacchi della carie, sino a disgregarsi totalmente, in tempi anche piuttosto rapidi.
Cosa si può fare per contrastare il fenomeno
Il dentista, una volta diagnosticata la malattia, può innanzitutto procedere con trattamenti mineralizzanti, attraverso la somministrazione di prodotti caseinati e gel fluorati che fortificano lo smalto. Nei bambini di 5-6 anni queste terapie sono molto efficaci. Nei casi più avanzati, invece, quando la struttura del dente è già parzialmente compromessa, può adottare tecniche più sofisticate, sino al restauro del dente. In tutti i casi, è bene sottoporre il bambino a frequenti visite e aiutarlo ad avere un corretto stile di vita. Chi è affetto da MIH, infatti, dovrebbe ridurre al minimo l’assunzione di cibi zuccherati e avere un’igiene orale se possibile ancor più scrupolosa.